03 maggio 2006

Grande Coalizione - Grande Errore

A proposito della “Grande Coalizione” (o “Grossa Coalizione” secondo la “suggestione” tedesca), della quale si parla ormai da molto, consiglierei di leggere l’ottimo libro di Giovanni Sabbatucci “Il trasformismo come sistema”.
L’idea di una grande coalizione di governo è un errore; a parte l’auspicabile “intesa” tra maggioranza e opposizione sulla politica estera ed altri punti che possono riguardare le “regole del gioco”, per il resto chi vince le elezioni deve governare e chi le perde ha il dovere di fare opposizione. E se risulta impossibile governare allora si torna a votare; possibilmente – nel nostro caso – dopo una riforma della “balordissima” legge elettorale vigente.

La grande coalizione è necessaria e possibile solo in situazioni di estrema emergenza, quando è appunto necessario un “Governo di Salute Pubblica”, come giustamente andrebbe chiamata una coalizione di tal genere. Ma non siamo in questa situazione.

La “grande coalizione” parte da un presupposto di inconsapevole oggettivo disprezzo nei riguardi degli elettori; disprezzo peraltro già largamente dimostrato con una legge elettorale che ha sottratto agli elettori la scelta dei candidati. Gli elettori hanno espresso voti contrapposti per gruppi contrapposti:; se ora i “capi-partito” dicessero agli elettori che era tutto un gioco dimostrerebbero una volta di più di considerare gli elettori delle semplici pedine da giocarsi come vogliono al tavolo del potere; ma sarebbe non serio, inaccettabile e deleterio per tutto il sistema. Se veramente si realizzasse una “grande Coalizione” con quale spirito alle prossime elezioni un elettore potrà dar credito a partiti e candidati? Non che ora partiti e candidati abbiano un gran credito, in particolare con questa legge elettorale dove gli eletti sono praticamente decisi dai partiti.

La “Grande Coalizione” è, a meno di fatti nuovi ed estremamente gravi:
- non realizzabile perché i più ideologizzati dei partiti che dovrebbero essere coinvolti nella “grande coalizione” (AN e DS) si spaccherebbero; e questo i loro capi non lo accetterebbero.
- non auspicabile per il danno “strategico” che apporterebbe al nostro sistema politico: ripresa del trasformismo, ma questa volta “alla grande”, ed esclusione di larghe fasce di elettori che già tendenzialmente sono o si sentono “fuori dal sistema” e che andrebbero “inclusi”, mentre con la “Grande Coalizione” sarebbero “esclusi”; e accentuerebbero la loro atavica passione per la piazza.

E poi non è detto che l’attuale coalizione vincente non riesca a governare.

Innanzitutto:
- il pericolo per tutti i parlamentari di tornarsene a casa rinunciando ai vantaggi del proprio status è una grande remora;
secondariamente:
- la maggioranza “risicata” dovrebbe portare alla scelta di un governo di altissimo livello, poco ideologizzato e quindi non troppo inviso all’opposizione e a quella parte di nazione che ha votato per l’opposizione (ma con un Pecoraro Scanio, un Diliberto, un Rizzo e simili realizzare un governo di questo tipo sarà difficile);
- non va escluso che in qualche caso, come avvenuto nell’ultima legislatura di centrosinistra per i nostri interventi nei Balcani, il governo ricorra all’aiuto dell’opposizione;
- né possiamo escludere qualche transumanza – in chiaro o in nero -dall’opposizione alla maggioranza.

Se poi non si riuscirà a realizzare un (improbabile) governo di altissimo livello, o non si riuscirà a governare pur avendolo realizzato, se l’opposizione farà l’opposizione “in armi” anche per questioni di politica estera dove il governo potrebbe non avere sostegni interni; se non si avranno “transumanze” in aiuto del vincitore, e se infine a nessun eletto importerà molto di tornarsene a casa, allora – auspicabilmente dopo una revisione di questa legge elettorale - a primavera si tornerà a votare.
Senza bisogno di nessuna Grande o Grossa Coalizione.

Guido Di Massimo

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